http://www.ilgiornale.it/news/politica/oggi-de-gaulle-potrebbe-denunciare-linvasione-islamica-1081139.html - Il
Giornale - Venerdì 9 gennaio 2015
Ma oggi De Gaulle potrebbe
denunciare l'invasione islamica?
Nel 1959 metteva in guardia dalla perdita di identità
nazionale, dicendo: "Chi crede
all'integrazione ha il cervello di un colibrì". Era anche lui un
razzista?
«È un bene che
ci siano francesi gialli, francesi neri e francesi marrone. È la dimostrazione
che la Francia è aperta a tutte le razze e che ha una vocazione universale. Ma
a condizione che essi restino una piccola minoranza. Altrimenti la Francia non
sarà più la Francia».
Lo diceva,
profetico, ma di fatto inascoltato, un uomo che conosceva e amava e difendeva
la Francia come pochi altri. Charles
de Gaulle, il quale così parlava il 5 marzo 1959, pochi mesi dopo essere stato
nominato Presidente della Quinta Repubblica, rispondendo alle sollecitazioni
multiculturaliste degli engagés: «Noi siamo comunque prima di tutto un popolo
europeo di razza bianca, di cultura greca e latina e di religione cristiana.
Che non ci raccontino delle storie! I musulmani, voi siete stati a vederli? Voi
li avete visti con i loro turbanti e le loro djellaba[1]?
Vedete bene che non sono dei francesi!». E subito dopo: «Coloro che spingono verso l'integrazione
hanno un cervello da colibrì. Cercate di integrare l'olio con l'aceto. Agitate
la bottiglia. Dopo un secondo, si separano di nuovo. Gli arabi sono gli arabi e
i francesi sono i francesi».
Quando de
Gaulle pronunciava queste parole, alla fine degli anni Cinquanta, un quartiere
di Parigi come Belleville, a esempio, iniziava a vedere l'arrivo massiccio
degli immigrati dell'Africa del Nord. Oggi a Belleville, un territorio di
frontiera a foltissima componente maghrebina, cominciano le banlieues francesi dell'Islam. E la Francia, fra Parigi, Lione,
Marsiglia, Lilla e Strasburgo, ha la più grande popolazione musulmana d'Europa,
5-6 milioni, e 2.100 luoghi di culto. Si chiedeva, de Gaulle: «Voi credete che la popolazione francese possa assorbire 10 milioni di
musulmani, che domani saranno 20 e dopodomani 40? Se noi facessimo l'integrazione, se tutti
gli arabi e i berberi d'Algeria fossero considerati come dei francesi, come
impediremmo loro di venire a installarsi nelle metropoli, dato che il livello
di vita è molto più elevato? Il
mio comune non si chiamerebbe più Colombey-les-Deux-Eglises ma
Colombey-les-Deux-Mosquées».
La domanda
non è se de Gaulle avesse ragione (la risposta è sì), ma (e la risposta è no,
in entrambi i casi), se - primo - esiste oggi un politico che possa sostenere un discorso del genere,
senza essere mediaticamente decapitato. E - secondo - se lo stesso de
Gaulle, non un Sarkozy o un Hollande qualsiasi, potrebbe ripetere, oggi ,
quelle parole. Almeno, non potrebbero accusarlo di fascismo.
Persino Charles De Gaulle, l’uomo che pochi anni dopo avrebbe
svenduto l’Algeria ai socialisti corrotti del FLNA, il nemico dell’OAS e dei
Generali che avrebbero voluto salvare la più antica e importante colonia
francese, sembra oggi un saggio lungimirante; da liberale del 1959, nato
nell’800, si considerava, nonostante tutto, debitore della vecchia Europa …
N.d.r.